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2-Luglio-2008

La Commissione adotta una proposta di direttiva sui diritti dei pazienti nell'assistenza sanitaria transfrontaliera

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Nel contesto dell'Agenda sociale rinnovata la Commissione ha adottato oggi una proposta di direttiva volta ad agevolare l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera nonché una comunicazione sul miglioramento della cooperazione tra Stati membri in questo ambito. Nonostante diverse chiare pronunce della Corte di giustizia europea a conferma del fatto che il trattato UE conferisce ai singoli pazienti il diritto di farsi curare in un altro Stato membro e di essere rimborsati nello Stato d'origine, rimangono delle incertezze sull'applicazione più generale dei principi che emergono da tale giurisprudenza. Con la sua proposta la Commissione intende garantire la sicurezza del diritto in questo ambito. Ciò fa seguito agli inviti che sia il Parlamento europeo sia il Consiglio dei ministri hanno rivolto alla Commissione affinché essa proponesse un'iniziativa specifica in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera che fosse adattata in modo esplicito al settore della sanità e tenesse conto della sua peculiarità. La proposta di direttiva costituisce inoltre una salda base per attivare le enormi potenzialità di cooperazione su scala europea al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia di tutti i sistemi sanitari dell'UE.

Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per la salute, ha affermato: "Questa proposta intende chiarire in che modo i pazienti possono far valere il loro diritto a un'assistenza sanitaria transfrontaliera garantendo nel contempo la sicurezza del diritto per gli Stati membri e gli erogatori di assistenza sanitaria. Essa assicura che la qualità e la sicurezza dell'assistenza sanitaria siano garantite in tutta l'Unione e promuove la cooperazione tra i sistemi sanitari al fine di assicurare un migliore accesso alle cure specialistiche."

Gli obiettivi della direttiva

Nel complesso questa direttiva, una volta adottata dal Consiglio e dal Parlamento europeo, costituirà un quadro chiaro per l'assistenza transfrontaliera. Tra le sue principali disposizioni vi sono:

i pazienti hanno il diritto di farsi curare all'estero e di essere rimborsati fino a concorrenza dell'importo che avrebbero ricevuto nel loro paese. La direttiva fa chiarezza sul modo in cui far valere tali diritti, compresi i limiti che gli Stati membri possono porre all'assistenza sanitaria all'estero e il livello di copertura finanziaria disponibile per l'assistenza transfrontaliera;

gli Stati membri sono responsabili dell'assistenza sanitaria erogata sul loro territorio. I pazienti devono poter fare affidamento sul fatto che gli standard di qualità e di sicurezza delle cure che ricevono in un altro Stato membro si basino su buone pratiche mediche e vengano regolarmente monitorati;

la direttiva incoraggerà la cooperazione europea in materia di assistenza sanitaria. Essa fornirà una base per lo sviluppo di reti europee di riferimento cui parteciperanno, su base volontaria, i centri specializzati di diversi Stati membri. Questa collaborazione potrà recare grandi benefici ai pazienti soprattutto grazie a un accesso più agevole a cure altamente specializzate. La rete può anche essere utile per i sistemi sanitari poiché faciliterebbe l'uso efficiente delle risorse, ad esempio condividendo le risorse laddove si tratta di affrontare patologie rare;

la valutazione della tecnologia sanitaria costituisce un'altra chiara fonte potenziale di valore aggiunto europeo. Questa iniziativa contribuirà a ridurre le sovrapposizioni e i doppioni in questo ambito e a promuovere l'uso efficace ed efficiente delle risorse;

le attività nel campo della sanità elettronica (e-Health) verranno anch'esse rafforzate. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione presentano grandissime potenzialità per migliorare la qualità, la sicurezza e l'efficacia dell'assistenza sanitaria. La Commissione sostiene già progetti in corso nel campo della sanità elettronica che interessano aspetti quali l'erogazione a distanza di aiuto specialistico da grandi ospedali a piccole strutture ospedaliere locali. Mancano però formati e standard condivisi suscettibili di essere usati dai diversi sistemi e dai diversi paesi. La direttiva contribuirà alla loro realizzazione.

La necessità di agire

La discussione sull'assistenza sanitaria transfrontaliera e in particolare sulla "mobilità dei pazienti" è stata stimolata dalle sentenze della Corte di giustizia europea relative a diversi casi attinenti alla mobilità di singoli cittadini di diversi Stati membri.

Nelle sue pronunce su tali casi la Corte ha ripetutamente sancito che i pazienti hanno il diritto di essere rimborsati per l'assistenza ricevuta in un altro Stato membro allo stesso modo che lo sarebbero per l'assistenza ricevuta in patria.

Contesto

L'assistenza sanitaria è stata esclusa dal campo di applicazione della direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno. Il Consiglio e il Parlamento hanno sollecitato la Commissione ad affrontare, in uno strumento separato, le questioni legate all'assistenza sanitaria transfrontaliera.

La Commissione ha condotto una consultazione pubblica per identificare in modo chiaro i problemi legati all'assistenza transfrontaliera. E la maggioranza dei 280 contributi pervenuti era a favore di una qualche forma di azione comunitaria in materia di assistenza sanitaria che combinasse sia elementi legislativi sia un sostegno pratico alla cooperazione tra i sistemi sanitari europei.

Su tale base la Commissione ha sviluppato il progetto di direttiva che ha adottato in data odierna.


Courtesy by Commissione Europea

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